Peugeot
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STORIA AUTO PEUGEOT: fin dalle origini
La casa nasce nel secolo scorso, grazie ad Armand Peugeot, che nel 1896 fonda la “Societé des Automobiles Peugeot” ponendo le basi per una lunga e prospera attività. Nella progettazione del marchio, come espressione dell’identità dell’azienda, fu scelto il leone, perfetta sintesi di resistenza e velocità, che rende immediatamente percepibili i valori del brand. Un leone che nei suoi lunghi anni di storia ha subito numerosi restyling facendo sue molteplici forme grafiche. Si è passati, infatti, da un leone che si manteneva in equilibrio su una freccia, a uno successivo inserito all’interno di uno scudo di origine araldica, fino ad arrivare al secondo dopoguerra quando lo scudo è stato abbandonato e il leone è diventato sempre più stilizzato prendendo le forme del leone della France Compté, come si può notare dagli esempi.
Gli elementi sono rimasti dunque sempre coerenti nel corso degli anni, ma sono stati “sviluppati, rinfrescati e adattati ai tempi” [3]. Se quindi si considera il marchio secondo la dicotomia antico/moderno troveremo che attraverso l’uso del leone si vuole sottolineare il valore della tradizione e dell’antico delineando così un lungo vissuto, al contempo però le forme sempre più stilizzate con cui il leone si palesa sono un chiaro messaggio verso l’innovazione.
L’attuale icona Peugeot (utilizzata dal 1980) è rappresentata attraverso un codice cromatico molto deciso e connotato positivamente. Questo blu che per i suoi toni intensi è “un colore molto attraente e prezioso, sobrio ed elegante, ma anche giovane e attuale” [4]. Essa è poi accompagnata da un logotipo che sfrutta un particolare lettering: caratteri lineari, imponenti e luminosi che richiamano una certa sensazione di eleganza e raffinatezza e nel tempo stesso di giovinezza e modernità.
Il company name è infine capace di “costruire l’essenza stessa del prodotto” [5]: esso risale al nome del fondatore ed esprime dunque “paternità, provenienza, storia personale, tangibilità, offerta, specializzazione” [6]. Siamo di fronte a un sistema di identità visiva i cui aspetti connotativi “permettono di personalizzare il marchio” [7] come scrive Monachesi. Il codice cromatico, lo stile tipografico del logotipo e il naming concorrono infatti a comunicare le caratteristiche essenziali dell’azienda, a raccontare il valore della marca: essere il simbolo dell’eleganza contemporanea.
I fattori di successo di Peugeot si possono ricondurre alla sua strategia comunicativa, descritta in un’intervista dal direttore generale Frederic Saint-Geours [8]. La “politica della margherita”, così definita da Saint-Geours, costituisce l’elemento cardine di Peugeot: la casa automobilistica è in grado di fare dei modelli diversi che riprendono tutti la vettura base. Si crea in questo modo una linea comune alla quale associare la marca e le auto. Nell’evoluzione dei modelli, Peugeot ha utilizzato il restyling comunicativo: l’auto non subisce molte variazioni ma a essa sono associati valori e concetti che permettono di riattualizzare il vecchio modello.
Il marketing oriented è il primo elemento di successo di Peugeot. La comunicazione della casa automobilistica è molto legata al prodotto che, soprattutto sulle pubblicità a stampa, occupa completamente la scena.
Il secondo è da ricercare nello sforzo di rendere più efficace la rete di distribuzione, offrendo servizi pre e post vendita di qualità che si sostituiscono agli incentivi.
Infine, sono da annoverare gli investimenti sull’immagine della marca, che puntano sulla coerenza tra messaggio istituzionale e promozionale. Questa strategia è stata utilizzata per Peugeot 206 e si è dimostrata vincente.
Peugeot propone anche delle campagne di comunicazione sociale. In particolare, durante il lancio delle vetture rally, si serve delle pubblicità-stampa per parlare della sicurezza e di eventi, utilizzando sempre il codice ironico che le è proprio.
Da qualche anno la comunicazione della marca è stata affidata all’agenzia Euro RSCG. Obiettivo: svecchiare l’immagine tradizionalista e poco al passo con i tempi che il marchio si stava portando dietro per renderla dinamica e appealing. L’agenzia ha così sempre cercato, sin dagli inizi, di proporre filmati pubblicitari di grande impatto e di forte coinvolgimento puntando soprattutto per la Peugeot 206, ma non solo, sul divertimento e sull’ironia.
Ogni filmato, ogni comunicato, è sempre stato condito con spirito ironico e divertente, sfruttando naturalmente al meglio le peculiarità di ogni mezzo a cui si ricorre. Facendo una carrellata fra gli spot più famosi, ideati dall’agenzia, è impossibile non ricordare quello realizzato per Peugeot 206 da Roberto Greco e Giovanni Porro [9], in cui una ragazza giapponese, in partenza per Osaka da Parigi, trasporta la sua auto in valigia, dopo averla fatta a pezzi per passare il controllo dei doganieri e la ricostruisce appena superata la dogana. Indimenticabile anche quella realizzata per i servizi delle officine in cui una Peugeot 206 fugge da un’officina anonima per andare in quella autorizzata Peugeot [10] perché come cita la headline “Qui una Peugeot si sente a casa” (fig.1) e “ last but not least” la campagna comunemente conosciuta come “quella dell’indiano”; ma di quest’ultima avremo modo di parlare in uno dei prossimi paragrafi. Poi ci sono quelle realizzate per la Peugeot 406 e 607 che giocano sulla creazione dell’atmosfera, del sogno, di qualcosa lontano dalla realtà, costruiti in modo da sconvolgere lo spettatore e trasportarli in un mondo surreale.
Ci sono dunque due modi di comunicare il mondo Peugeot: ironico e surreale. Questa stessa strategia comunicativa, che si differenzia nel presentare le utilitarie e i modelli di lusso, si riscontra anche sugli annunci stampa (fig.2, fig.3), sebbene da un punto di vista della disposizione grafica degli elementi si proponga quasi sempre la tipica struttura sequenziale a zeta con la headline in alto a sinistra, l’immagine al centro e il marchio in basso a destra, perché possa essere facilmente ricordato. A questa struttura tradizionale, sia negli annunci stampa sia negli spot, fa da contraltare una comunicazione innovativa.
FONTE: 4TUTTO.COM
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